Compie 40 anni la Legge Basaglia.
Franco Basaglia, psichiatra e neurologo, ha osato vedere oltre lo stigma del disturbo psichiatrico, ponendo al centro delle sue azioni il malato e non la malattia e riformando così il sistema sanitario psichiatrico italiano.
A Colle Cesarano cerchiamo ogni giorno di portare avanti la sua preziosa eredità, dedicandoci ai nostri ospiti con cura e professionalità.
Il nostro sforzo si focalizza sul tentativo di modificare una mentalità medicalizzata della gestione del paziente psichiatrico, passando da un approccio sanitario ad un approccio terapeutico e aprendo così la struttura a numerose iniziative di riabilitazione.
Il paziente a Colle Cesarano non è un malato da curare, ma una persona da recuperare che sta al centro di un ampio sistema coordinato.
Ciò significa una poliedricità di approcci integrati che rivolge l’attenzione agli aspetti psicologici, sociali e familiari dell’individuo, fra loro interagenti e in grado di influenzare l’evoluzione della malattia.
Si tratta “di un modello dove l’aspetto medico più stigmatizzante è minore rispetto agli aspetti sociali, riabilitativi, psicoeducativi”, precisa la dott.ssa Giovanna Raimondo, responsabile medico Sanitario dell’Area Psichiatria di Colle Cesarano. Numerose sono le figure professionali che operano al centro: tecnici di psicologia e della riabilitazione, psicologi, psichiatri, medici, infermieri, operatori socio sanitari che vivono la struttura in maniera completamente diversa: “il camice che normalmente è il simbolo della malattia, dell’ospedale, della cura, viene portato soltanto nel reparto di acuti, dove l’assistenza medica è comunque alta. E questo ha cambiato moltissimo anche la sensazione del paziente nel sentirsi trattato non come un malato”, aggiunge la dott.ssa Daniela Ruggiero, responsabile di tutte le attività di psicologia e di riabilitazione di Colle Cesarano. Nel concreto, gli ospiti delle varie strutture Residenziali Psichiatriche del Centro di Tivoli – caratterizzati da uno status psicopatologico consolidato, a volte con una lunga storia di istituzionalizzazione alle spalle, da un vissuto di perdita dei legami affettivi, dei rapporti sociali e delle relazioni interpersonali– seguono interventi riabilitativi appropriati, personalizzati e contestualizzato all’interno di una rete di servizi che determina un miglioramento della qualità di vita e offre l’opportunità di neutralizzare o rallentare il processo di cronicizzazione.